Omofobia? E’ in realtà un disturbo autofobo
Ricercatori delle Università di Rochester e di Essex
(Inghilterra) con la collaborazione di studiosi della University of California di Santa Barbara hanno condotto -per la prima volta in assoluto- studi
sul ruolo giocato dai genitori e dall’orientamento sessuale nelle forme più aggressive e profonde di intolleranza verso le persone omosessuali.
Secondo gli psicologi i soggetti più orientati all’odio e agli atti violenti contro gay e lesbiche sarebbero spinti da sessualità e personalità represse, ovvero soggetti attratti dal proprio stesso sesso che a causa di genitori autoritari non hanno potuto esprimere il proprio desiderio e reale orientamento.
Una frustrazione che da adulti sfocerebbe nel rifiuto di se stessi e nella conseguente marcata aggressività nei confronti di chi invece esprime liberamente la propria omosessualità. “Gli individui che si identificano come eterosessuali -spiega la coordinatrice del progetto di ricerca dottoressa Neta Weinstein- ma
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che nei test psicologici dimostrano una forte attrazione per lo stesso sesso, si sentono minacciati da gay e lesbiche perché gli omosessuali ricordano loro tendenze analoghe all’interno di se stessi”.